DIETA , CALCOLO DELLE CALORIE ED EMOZIONI
In questo approfondimento non intendo occuparmi di disturbi alimentari conclamati (anoressia, bulimia,.), ma dei disagi che quotidianamente si trovono a fronteggiare tutti coloro che soffrono di alterazioni dell'appetito, che hanno anche un rapporto difficile con il proprio corpo e con il controllo del peso.
Trattare il rapporto con il cibo in modo razionale, tenenndo conto solo del valore nutritivo, è alquanto difficile. Questo perchè le valenze dell'alimentazione sono molteplici ed influenzate da fattori culturali, familiari ed emotivi. Il conteggio delle calorie e la dieta spesso falliscono nel loro obiettivo, perchè non tengono conto di due variabili importantissime la motivazione individuale e la valenza emotiva del cibo, che spingono gli individui a dare sfogo agli attacchi di fame.
ASPETTI PSICOLOGICI
Mangiare in modo forsennato anche quando non si ha fame, rispondere aglii attacchi di voracità quando non c'è reale bisogno di nutrirsi, amplifiica i vissuti emotivi negativi lasciando un forte senso di colpa e di vergogna e creando un circolo vizioso.
Molto spesso sono le donne che maggiirmente sono afflitte da questo tipo di problematiche, ma a volte anche uomini.
In molti casi,si può affermare,che sono donne (verosimilmente anche uomini) che hanno difficoltà a raggiungere un autonomia ed indipendenza emotiva. Sono persone che non riescono ad accettare sè stesse, non si apprezzano e non riescono a fare richieste, a dire dei no agli altri per paura di non essere amate ed essere abbandonate. Sono convinte che la possibilità di ricevere affetto e di meritarsi l'amore. dipenda dalla capacità di dover essere utili, forti, affidabili, intelligenti .
Così la paura di essere rifiutate e/o diventare dipendente da qualcuno , le porterà a mantenere una certa distanza dagli altri, ma soprattutto dai propri sentimenti. Ed proprio con il bisogno incotrollato di assumere cibo o la negazione di esso che vengono soffocate le emozioni. (Donne che mangiano troppo di R. Gòckel ed. Feltrinelli 2012)
Introdurre cibo, rappresenta un metodo di compensazione per alleviare ansia e sentimenti negativi ( rabbia ,tristezza, noia,....) e anche le restrizioni alimentari sono un modo per tenere sottocontrollo l'emotività.
Una caratteristica comune alle persone che hanno problemi con il controllo del peso e con alterazioni dell'appetito è il perfezionismo che spesso si esprime nell’imporsi dei livelli di aspettativa molto alti sia nella vita quotidiana sia negli obiettivi relativi all’alimentazione. Qundi, tutto ciò che si discosta dal successo assoluto è considerato un fallimento e può indebolire un’autostima che nella maggior parte dei casi è già fragile.
Dunque una bassa stima di sé ,indebolita da forti sentimenti di fallimento, colpa e vergogna che si amplificano dopo ogni proposito di dimagrimento mancato, rappresentano gli impedimenti più frequenti per coloro che hanno più volte deciso di iniziare una dieta senza successo e che combattono quotidianamente per mantenere un rapporto equilibrato con il cibo.
Il cibo assume in molti casi valenza di “stampella” emotiva indispensabile per affrontare lo stress e le difficoltà della vita quotidiana, dispensatore di gratificazionenei momenti di tristezza, per placare l'ansia o mettere a tacere la rabbia. Gli eccessi alimentari e/o restrizioni alimentari non rispondono più ad un bisogno di nutrirsi, ma esclusivamente alla necessità di gestire la propria emotività.
Spesso dietro cattivo rapporto col cibo si nasconde un problema di accettazione di sé, la necessità di soffocare il vuoto emotivo, il bisogno di mettere a tacere un trauma subito nel passato.... etc
Migliorare il rapporto con il cibo significa lavorare anche sull'accettazione di sé stessi, sull'ascolto e comprensione delle proprie emozioni iniziando a volersi bene .