Obesità
L'obesità è una condizione medica in cui si è accumulato del grasso corporeo in eccesso nella misura in cui esso può portare ad un effetto negativo sulla salute, con una conseguente riduzione dell'aspettativa di vita e problemi di salute
Per quantificare il sovrappeso e l'obesità i medici utilizzano l'indice di massa corporea, o BMI. Il BMI si calcola dividendo il peso in chili per il quadrato dell'altezza espressa in metri. Ad esempio se siete alti 1,63 metri e pesate 85 chili : 85 Kg/1,632 (m2) = 32
Un BMI maggiore di 25 indica sovrappeso e maggiore di 29 obesità.
Fattori implicati nello sviluppo dell'obesità
Fattori biologici :
- predisposizione genetica (presenza di uno o più familiari in sovrappeso oppure obesi)
- sesso femminile
- periodi di vita a rischio per aumento di peso (periodo prenatale, adolescenza, prima età adulta, gravidanza, menopausa).
Fattori psicologici e comportamentali
- eccessivo introito di grassi
- modalità dell'assunzione di cibo (saltare la colazione, fare pochi pasti)
- ridotti livelli di attività fisica
- problemi psicologici/cambiamenti sociali (matrimonio, nascita di un figlio, nuovo lavoro....)
Fattori ambientali
- media che pubblicizzano il cibo
- aumento della sedentarietà
DISTURBO DELL'ALIMENTAZIONE INCONTROLLATA (binge eating disorder)
Il sovrappeso e l'obesità spesso sono associati al disturbo dell'alimentazione incontrollata. In genere il comportamento dei soggetti con tale disturbo è caratterizzato dalla presenza di episodi ricorrenti di abbuffate.
Le abbuffate posssono essere di due tipi:
- Oggettive che avvengono in un periodo di tempo circoscritto (per esempio due ore) durante il quale il soggetto mangia una quantità di cibo molto maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso periodo di tempo e inoltre la persona ha la sensazione di perdere il controllo sull'atto di mangiare (ad esempio sente di non poter smettere di mangiare o di non controllare cosa o quanto mangiare)
- Soggettive: i soggetti si abbuffano ma la quantità di cibo non è eccessiva
Per una diagnosi con disturbo dell'alimentazione devono essere presenti abbuffate oggettive. Nei soggetti con tale disturbo, le abbuffate continuano nell'arco della giornata, dunque il loro modo di alimentarsi è caotico con un elevato introito di cibo sia ai pasti che fuori pasto.
Il genere i soggetti con disturbo dell'alimentazione incontrollata non utilizzano condotte compensatorie (vomito, lassativi, esercizio fisico eccessivo).
Inoltre le abbuffate sono associate a tre dei seguenti sintomi:
- mangiare molto più velocemente del normale
- mangiare fino a sentirsi spiacevolmente pieni
- mangiare grandi quantità di cibo anche se non si ha veramente fame
- mangiare da soli a causa dell'imbarazzo per quanto si sta mangiando
- sentirsi disgustati verso sé stessi, depressi e in colpa dopo le abbuffate.
Il disturbo da alimentazione incontrollata è associato ad insorgenza precoce di obesità, a fluttuazione di peso e ad un'elevata familiarità per l'obesità.
COME INTERVENIRE
Esistono molti luoghi comuni rispetto all'obesità. Il più importante da sfatare è quello di considerare il sovrappeso come dovuto all'ingordigia e alla mancanza di volontà. Per la persona obesa e/o con disturbo incontrollato dell'alimentazione è estremamente difficile mantenere il peso nel range della normalità. In questi casi sembra utile un approccio psicoeducazionale che aiuti il/la paziente a capire la necessità di effettuare modificazioni permanenti dello stile di vita per riuscire ad ottenere ed a mantenere una consistente perdita di peso.
Indispensabile anche un percorso psicoterapico che aiuti il/la paziente a migliorare il livello di autostima e a prendere maggior consapevolezza delle proprie emozioni, imparando a gestirle senza l'aiuto del cibo.