COMUNICAZIONE CON I FIGLI ADOLESCENTI. BREVE VADEMECUM
Cosa sta accadendo a mio figlio? Da qualche tempo mio figlio di circa 14 anni mi parla a monosillabe, si chiude in camera e non esce, è disobbediente e a volte dice bugie.
L’ingresso in adolescenza dei figli può spesso disorientare i genitori che si ritrovano in casa un ragazzo quasi sconosciuto, che manifesta comportamenti trasgressivi e che mal sopporta le vecchie regole familiari, ormai incompatibili con le nuove necessità dell’adolescente. Questi comportamenti non sempre sono segnali di disturbi, ma possono essere momenti fisiologici ed indispensabili per la crescita evolutiva del ragazzo.
Ma come affrontarli al meglio affinché siano transitori e non si arrivi ad una conflittualità distruttiva per la relazione genitore figlio?
Dopo un’infanzia in cui il modello familiare ha dato spazio all’affettività e allo sviluppo di inclinazioni individuale, il ritorno in adolescenza ad un modello educativo basato su regole rigide, punizioni e senso di colpa diventano poco utili ed a volte controproducenti. Questo non significa dar loro tutto quello che vogliono o dar sempre ragione, ma significa proseguire lungo lo stesso percorso educativo iniziato nell’infanzia.
Come agire allora? Ecco qualche indicazione per utilizzare la strategia più efficace:
1. Di fronte scelte e comportamenti sbagliati è importante comprendere quello che tali comportamenti segnalano : cosa c’è di sommerso ? perché si comporta così?
2. Dare spazio ad una progressiva autonomia dei figli nella gestione degli spazi, del corpo, dello studio dell’ abbigliamento e delle amicizie anche se non sempre coincidono con le speranze e attese dei genitori, favorendo la responsabilizzazione. Evitando di paragonarlo con altri figli
3. Disponibilità ad accogliere i sentimenti di tristezza, fallimento dolore. L’adolescente deve sentire di poter esprimere liberamente i propri sentimenti senza dover pensare di aver deluso l’adulto imponendosi quindi di essere differente da ciò che è realmente.
4. Amare i figli per ciò che sono e non per ciò che vorremmo che siano
5. Dare fiducia mantenendo la giusta distanza. Essere un riferimento sicuro e non troppo angosciato senza che le paure di genitore prendano il sopravvento.
6. Non utilizzare modelli di comportamento ispirati alla propria storia poiché il figlio è altro da Sé
Naturalmente per realizzare una comunicazione costruttiva con i propri figli non è necessario raggiungere tutti questi obiettivi, ricordatevi che non esistono genitori perfetti. Ogni genitore può allenarsi ad individuare in questi 6 punti gli aspetti che, secondo il proprio parere, sono stati trascurati oppure sono carenti e provare a migliorarli.
Nel caso la situazione di impasse nella comunicazione con il proprio figlio si mantenga da lungo tempo e/o sia fonte di grande sofferenza, non esitate a chiedere aiuto ad un professionista (psicologo- psicoterapeuta). Non dimenticate che mettere la testa sotto la sabbia o minimizzare le difficoltà servirà solamente a cronicizzare i problemi che con il tempo potranno risultare sempre di più difficile risoluzione.